Vi Veri Vniversvm Vivus Vici

Non sono un fervente grilliano.
Ma visto che la manifestazione centrale del Vaffanculo Day era a dieci minuti da casa, perché non andare a vedere?
Seguono considerazioni sparse sull’evento.

* La cosa più impressionante è rendersi conto delle code di persone che vogliono firmare per la proposta di legge. Serpentoni di gente che si snodano ai lati di piazza Maggiore. Non ho idea di quanto ci volesse per arrivare al banchetto. Immagino minimo un’ora, un’ora e mezza. Se non peggio. E questo è davvero il dato più forte di quello che ho visto. Perché un conto è uscire di casa per assistere a uno spettacolo aggratis, un conto è starsene in piedi ad aspettare di mettere una firma.
Si può non essere d’accordo con queste persone, ma è un dato di fatto che, a quanto pare, ci credono davvero.

vday 002

* A proposito della legge, continuo a essere dubbioso sul primo punto: capisco che se uno è condannato e sta in Parlamento invece che scontare la sua pena, c’è qualcosa che non va. Ma se si vuole impedire a chi ha scontato una qualsiasi condanna di partecipare alla vita politica, allora non sono affatto d’accordo.

* Il paragone più ovvio, vedendo la piazza di sabato, è con il movimento no-global di qualche anno fa. Anche se c’è una differenza: allora si mettevano assieme diverse identità e diverse tradizioni, tutte molto “caratterizzate”. Quello che sembrava il punto di forza di quel movimento si dimostrò invece l’origine di tutti i suoi mali. Messe davanti alle prime contraddizioni, le diverse componenti sono andate ognuna per la sua strada e tanti saluti. Qui, invece, è diverso. L’impressione che ho avuto è stata quella della totale assenza di una componente identitaria pregressa. Per dire: quasi nessuna bandiera. E quando Grillo ne vede sventolare una, si incazza, dice “porta sfiga” e immediatamente quella si abbassa (per la cronaca la bandiera era rossa, con il profilo stilizzato di una testa, credo di tigre, gialla). Per certi versi, si ha l’impressione di assistere a quegli spettacoli di telepredicatori americani, manca solo che Grillo annunci che tutti i presenti sono “rinati”. Ma magari sono io che sono prevenuto, intendiamoci.

* Tra gli interventi che mi sono piaciuti di più, quello di un architetto che denunciava come l’edilizia pubblica (ponti, edifici per istituzioni, ecc) si orienti su soluzioni di design arditissimo che, se da un lato possono dare lustro e fare tanto avanguardia, dall’alto costano uno sproposito perché è ovvio che se fai un ponte con i sostegni fuori asse farlo stare in piedi non è semplicissimo. Non ho nulla contro soluzioni di design avveniristico, però in effetti pagare un viadotto sei volte di più di quello che potrebbe costare perché un architetto fighetto ha deciso che la linea più breve per andare da A a B è una curva e non una retta, fa un po’ girare i coglioni.

* Grillo, di per sé, è un fenomeno della natura. Non ho idea, credo che dopo un bagno di folla del genere debbano avergli sostituito il sangue con del Valium. E questo solo per fargli abbassare il volume della voce di un paio di millesimi di decibel. Si incazza, urla, ogni tanto fa il giochetto di urlare “guardami!” a qualcuno del pubblico che secondo lui si sarebbe distratto, introduce gli ospiti, comanda i “vaffanculo” (ecco, sentire 50.000 persone che urlano “vaffanculo!” tutte assieme è proprio fico). Quando racconta dell’incontro con Prodi (“Io gli parlavo, lui a un certo punto chiude gli occhi e sorride. ‘Ma ha un’encefalite letargica?’ chiedo a Sircana. E lui: ‘No, fa sempre così. Pensa’. Allora dopo un po’ ho chiuso gli occhi pure io, mi sono steso sul divano, ci siamo fatti due camomille e ci siamo detti ‘Va tutto bene’”) imitandone la faccia è da antologia della comicità. Poi ci sono i tormentoni, il tronchetto dell’infelicità, i nostri dipendenti e quelli sono un po’ stantii (appena avrò divorato Galactus, come i Marvel Zombies, e avrò così conquistato il potere cosmico la prima cosa che farò sarà fulminare tutti quanti usano metafore aziendalistiche per parlare di politica), però lo spettacolo merita assai.

vday 010

* Da buon geek fumettaro, vedere che a lato del palco ci sono due grandi “V” tracciate proprio come quelle del logo di V for Vendetta è un colpo al cuore. Fino a due anni fa, V e la sua maschera da Guy Fawkes erano una cosa conosciuta da pochi carbonari, da queste parti. Quando uscì il film, c’erano gli autobus in centro con sopra le pubblicità. Oggi, siamo arrivati a questo. Peccato solo che Grillo (e più o meno tutti i suoi seguaci, credo) così a naso conoscano solo il film e non il fumetto. La trasposizione cinematografica, infatti, ha molto semplificato (se non stravolto) il messaggio originale della storia di Alan Moore: se il barbuto sceneggiatore inglese raccontava di una rivolta contro ogni forma di potere (Guy Fawkes venne arrestato per aver cercato di far saltare in aria il parlamento), il film diventa una storia assai più tranquillizzante sulla lotta contro un potere dispotico. V, il mascherato protagonista della vicenda, non è un portatore di democrazia. È la prima faccia dell’anarchia, il distruttore. Il suo operato distrugge un ordine costituito, porta caos. E non è detto, sempre nel fumetto, che dalla terra del “fa quel che ti pare” si passi allo stadio successivo e utopistico. Quello in cui l’umanità può vivere priva di capi perché capace di vivere autonomamente secondo le leggi e le norme che si è data. Moore ha sconfessato la versione cinematografica del suo fumetto (rinunciando a qualsiasi forma di diritto d’autore sull’adattamento). Chissà cosa ne penserebbe dell’adozione della versione for dummies della sua storia da parte di Grillo.

* Ecco, forse la mia diffidenza nei confronti di Grillo nasce proprio di qui. Dal fatto che se da un lato la sua attività ha sicuramente degli aspetti positivi, dall’altro non si capisce bene dove o come voglia andare a parare. A un certo punto, sulla piazza è comparsa una bandiera di Che Guevara. Niente di strano, in Italia appare una bandiera del Che spontaneamente ogni qual volta si riuniscano più di dieci persone. Solo che ieri il volto corrucciato del guerrigliero rivoluzionario sembrava avere un suo perché. Non tanto ideologico quanto di metodo. L’estrema conseguenza logica di quanto Grillo pensa e propone è l’insurrezione. Con questo non dico che Grillo sia un terrorista che istiga all’odio. È solo che se davvero il sistema è così incancrenito e radicato come viene dipinto (e lo è, per molti versi), l’unico modo di scardinarlo è quello di agire in altro modo. Ripeto, se si analizzano i discorsi di Grillo, questa è l’unica soluzione. La quantità di interessi, soprattutto economici, in gioco si presenta tale che nessuna attività di lobbying, di pressione sul sistema stesso dall’esterno, può fare qualcosa. Idealmente, quindi, l’unica soluzione sarebbe quella radicale, lacrime e sangue, evocare il distruttore sperando poi che dietro arrivi pure il costruttore.
Più realisticamente, però, trovo inevitabile che da questo movimento nasca prima o poi una qualche forma di forza politica organizzato. Un partito, anche se a dirlo sabato in piazza si rischiava il linciaggio. A meno che qualcuno non decida seriamente di imbarcarsi in imprese disperate, l’unico modo per avere influsso sul sistema è entrare a farne parte, ci sono pochi cazzi. Prendete la Lega. Quando Bossi anni fa raccontava di avere fermato migliaia di valligiani bergamaschi pronti a scendere in armi contro Roma sicuramente raccontava una balla. Ma forniva anche un efficace racconto mitico (in senso classico) sul senso della Lega: un movimento nato sotto il segno dell’antipolitica che per far valere le proprie ragioni (chiamiamole così) si è costituito in partito e non si può dire che non si sia tolto le sue soddisfazioni.
Con buona pace degli idealismi, del radicalismo e delle grandi aspirazioni, secondo me lo sbocco naturale sarà questo (e del resto, come dice Serra, se raccogli firme per una legge…), con tutte le incognite e conseguenze del caso. Staremo a vedere che cosa ne verrà fuori, se qualcosa ne verrà mai fuori o se tutto si frantumerà al primo avvistamento della politica ufficiale.
Oppure se un giorno Grillo non comparirà davvero su youtube con il mascherone da Guy Fawkes e pronuncerà questo discorso:

Ma in questa notte estremamente fausta permettimi dunque in luogo del mio consueto nomignolo di accennare al carattere di questa Dramatis Persona. Voilà. Alla Vista un umile Veterano del Vaudeville, chiamato a fare le Veci sia della Vittima che del Violento dalle Vicissitudini del fato. Questo Viso non è Vacuo Vessillo di Vanità, ma semplice Vestigia della Vox populi, ora Vuota, ora Vana. Tuttavia questa Visita alla Vessazione passata acquista Vigore ed è Votata alla Vittoria sui Vampiri Virulenti che aprono al Vizio, garanti della Violazione Vessatrice e Vorace della Volontà. L’unico Verdetto è Vendicarsi… Vendetta… E diventa un Voto non mai Vano poiché il suo Valore e la sua Veridicità Vendicheranno un giorno coloro che sono Vigili e Virtuosi. In Verità questa Vichyssoise Verbale Vira Verso il Verboso, quindi permettimi di aggiungere che è un grande onore per me conoscerti e che puoi chiamarmi V.
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8 commenti

  1. dtarlo

     /  settembre 9, 2007

    Ciao sono Tarlo, per il gruppo lastfm posso esserci pure io mi trovi qui:
    http://www.lastfm.it/user/hiroscima/
    Invece per il gruppo ayaaaak su aNobii mi trovi qui:
    http://www.anobii.com/people/tarlo/

    Un caro saluto
    Tarlo

    Rispondi
  2. anonimo

     /  settembre 9, 2007

    Interessant post.
    Come spesso mi capita sono perfettamente d’accordo a metà, come disse un allenatore di calcio.
    sarò necessaraimente apoddittico e telegrafico ma, in ordine sparso
    1) il movimento altromondialista (e finiamola con sto no-global, che non è itlaiano e nemmeno inglese!) è “finito” (in Italia più che altro), acnhe perché ha dovuto fronteggiare una dura repressione, e non parlo solo di Bolzaneto o qualche inchiesta, ma una repressione fatta di migliaia di articoli con accuse di terrorismo violenza, ecc. L’11 settembre a qualcosa è servito o no?
    La mancanza di indentità pregresse (ma è davvero possibile?) secondo me è un limite, perché poi, che fanno persone che sono in parte di destra in parte di sinistra in parte qualunquiste.
    tanto per dire nomi conosciuti; SAbina Guzzanti, Massimo Fini, Marco Travaglio, a parte essere stati vittime della censura berlusconiana che cosa hanno in comune?
    3) Sono veramente in disaccordo con te quando dici che “se bisogna cambiare il sistema bisogna farne parte” mi pare chela Storia dimostri ampiamente il contrario: l’esempio che porti della lega è fuorviante: la Lega nasce come protesta di ceti che hanno votato sempre DC. Non sono mai stati un movimento rivoluzionario (quello sono cavolate di Bossi, ex-militante diel PCI) hanno sì dei leader spesso provenienti da sinistra o destra estreme, ma la vera idenitità leghista è semre stata conservatrice. E peraltro l’aver accettato il sistema berlusconiano di potere ha portato la lega dal 10,5% del 96( antisistema) al 4,5% attuale.
    In quanto alla sinistra, dai socialisti all’exPC è sotto gli occhi di tutti quali sono stati i risultati.
    Falso e comodo è dire che – o si va in parlamento o ci si dà alla lotta armata- (il terrorismo è mettere bombe indiscriminate come a Piazza Fontana o alla stazione di Bologna, per la precisione semantica e non solo)
    C’è un altra alternativa: quella di finirla di riconoscersi in un sistema che è corrotto.
    La butto lì ma è un’idea che mi frulla da anni (peraltro non è nuova)
    Nessuno impedisce di stampare e battere moneta alternativa di usare forme di credito e modi di consumo diverso.
    Insomma la rivoluzione economica si può fare, e non è nè violenta nè “Politica”.
    Ma è più facile,molto più facile delegare.
    PS
    NOn sono d’accordo con la lettura del film, pur annacquato il messaggio c’era ed era quello del fumetto, per chi almeno ha orecchie per intendere.
    Pablo

    Rispondi
  3. anonimo

     /  settembre 9, 2007

    Anche io sono in disaccordo con te e con Serra quando scrivete che l’inevitabile passo successivo di Grillo debba essere l’ingresso nella politica. Io non parlerei neanche di movimento a proposito degli aderenti di ieri al V-day, non solo per la totale assenza di bandiere o identita’ pregresse, piuttosto per la trasversalita’ delle voci di appoggio e per il mezzo con cui si sono riunite: il giorno di ieri per chi, come me e a differenza di serra (e qui l’eta’ conta, e ieri si vedeva credo), crede nella rete e’ stato un giorno storico in Italia, perche’ da nessun’altra parte si parlava dell’appuntamento. Chi c’era l’ha saputo su internet o dal passaparola. Altro che social forum o articolo 18 o family day: in un paese informaticamente analfabeta come il nostro quanto successo ieri e’ eccezionale ed e’ il dato piu’ incoraggiante secondo me.
    Il fatto che si parli di ingresso ufficioso in politica e’ altrettanto sbagliato: la societa’ civile ha per fortuna a sua disposizione i mezzi per controllare, stimolare, pungolare e partecipare alla politica senza diventarne parte, anzi deve solo riprendere pieno possesso e coscienza dei suoi diritti di detentrice del potere (passate il parolone) che delega a una supposta rappresentanza la sua gestione. La raccolta firme popolare per proporre una legge non presuppone nessun passo verso l’ingresso in una qualunque formazione politica, sarebbe anzi la sua rovina, come lo e’ stato in passato. Quello che Grillo chiede e che in parte ha ottenuto e’ una sveglia collettiva, un allarme a ricordarci di come noi, in quanto cittadini, elettori e contribuenti, abbiamo diritti e strumenti di partecipazione politica.
    Le accuse di populismo poi lasciano il tempo che trovano, perche’ eccezion fatta per il nome del raduno (e credo che grillo se ne sia pentito, non si aspettava neanche lui un tale successo) ieri dal palco io ho sentito tanta gente diversa parlare (anche a sproposito, come quell’analfabeta di Antonacci) non un monologo di Grillo, nessuna incoronazione a guru o leader del movimento: grillo ha lasciato la parola a tanta gente diversa, di diversa provenienza e credo politico. Nomi, cifre, fatti, raccolta firme: cosa c’e’ di populista in tutto cio’?( questo lo dice serra non tu…, scusa e’ che lui non ce l’ha un blog, sai, lui della rete diffida…)
    Non voglio che questa sembri una difesa a spada tratta dell’operato di grillo. Dice tante cazzate e sbaglia toni e spesso temi, ne ho gia’ parlato qui credo, ma un’iniziativa che riporta in piazza a bologna una folla che non si vedeva da tanti anni, una roba che crea file di adesione in tutta Italia (mio padre ha dovuto far la fila a Terni….a Terni!) va solo applaudita.
    Travaglio ultimamente invece mi delude. Il paragon Giuliani/Cofferati e’ stata una forzatura enorme. Mettere sullo stesso piano della lotta per la legalita’ un procuratore che sbatte in galera boss mafiosi e manager corrotti con un sindacalista che protesta (per carita’, giustamente) contro l’abolizione dell’articolo 18, beh fracamente mi sembra azzardato. Senza parlare poi dei metodi di polizia che la simpatica NYPD ha messo in atto per ripulire le strade della grande mela contribuendo non poco a ingrossare le gia’ stracolme carceri statunitensi. Sulla legalita’ di Coffi, disse bene Luttazzi tempo fa’, ricordando che nella storia del sindacato furono proprio azioni di sciopero illegali a garantire le vittorie dei lavoratori. Vabbe’, l’ho fatta lunga e scritta malissimo, spero in un dibattito costruttivo qui e in altre sedi (vedi nostro blog).

    Paolo

    Rispondi
  4. anonimo

     /  settembre 9, 2007

    Se tutto segue il corso delle cose, Grillo (piccola azienda indipendente ben posizionata e con alta riconoscibilità del brand) verrà assorbito da una multinazionale del consenso.
    In un modo o nell’altro.
    Come Masaniello.
    Non lo vedo a strutturarsi come soggetto poilitico (unico modo per acquisire concretezza), per questo penso che andrà così.

    E mi spiace, eh?

    M.

    Rispondi
  5. scott.ronson

     /  settembre 10, 2007

    Pablo:
    1) urca, ho scritto quella parola lì senza nemmeno farci caso, di solito la aborro o la metto quantomeno tra virgolette… cmq proprio il fatto che fosse un movimento molto (troppo) variegato ha fatto sì che di fronte a una situazione di “stress” ognuno sia andato per la sua strada, secondo me.
    2) (era questo il due, vero?) Mi riferivo in realtà a chi era in piazza, più che ai “testimonial”. Anche leggendo ogni tanto i commenti sul blog di grillo (ho lo stomaco forte, sì) mi pare che non ci sia un discorso del tipo “ti seguo perché la mia storia personale è questa e quello che fai mi pare andare d’accordo con il cammino che ho sempre fatto” (come poteva essere per il movimento del 2001). Può essere un limite, certo, ma può anche servire a dare maggiore unità e coesione a queste persone. Vedremo. C’è da dire che i personaggi che citi non sono particolarmente graditi nemmeno per una buona parte della sin… del partito democratico.
    3) Certo che Bossi infiocchetta la storia, ma sono le regole del gioco (è anche difficile che Roma sia stata fondata dai discendenti di un immigrato clandestino turco…). In fin dei conti, il concetto però è quello: gente che si è trovata priva di un referente politico ne ha trovati altri che si sono fatti carico delle loro istanze e che cavalcando la rabbia anti-sistema è arrivata a potere fare qualcosa. E’ vero che oggi ha perso un bel po’ di voti, però il suo peso nell’alleanza di c-dx è lo stesso piuttosto forte.
    4) Trovo un po’ di lana caprina la questione della lotta armata. Riconosco che il terrorismo di sinistra è stato ben diverso come metodi da quello di destra, ma “lotta armata” ha in sè un che di romantico che condivido poco. Cmq ho usato “terrorista” perché sabato Grillo raccontava che gli hanno dato appunto del terrorista per il libro sui precari.
    A parte questo, io credo che se tu vuoi sottrarre allo stato parte del suo potere, o lo fai su scala così piccola che non conti nulla o inevitabilmente dovrai scontrarti con la sua inevitabile reazione. Per questo trovo più plausibile che se davvero i grilliani vorranno avere, finiranno per diventare (o supportare) un qualche tipo di forza politica organizzata. Del resto già oggi Grillo parla di liste civiche.
    5) V for vendetta: io trovo piuttosto centrato questo commento, sulla questione.

    Paolo: che sia una vittoria della rete, è anche vero. Una certa aria da rivincita dei nerd la si respirava, in effetti ^__^
    E lo si notava anche dal fatto che l’età media tendeva a sotto i 40, forse anche a sotto i 30.
    Io però continuo a credere che una qualche forma di “ufficializzazione” sarà prima o poi inevitabile e magari non sarà nemmeno un calarsi le braghe. Bisogna anche dire che “movimenti” (non trovo una parola migliore, sorry) come questo tendeno a essere molto fragili e se chi vi partecipa non vede risultati può stufarsi e decidere di lasciare perdere. Darsi una forma che consente di essere più incisivi può essere un modo di garantire longevità.
    Sul populismo d’accordo con te, in fin dei conti quello che grillo propone è una tecnocrazia. Ci sono, però, delle tendenze (forti) in quel senso nella “base”. una deriva in quel senso è un rischio sicuro in un “movimento” del genere.
    E’ vero anche, però, che quella di sabato non era tanto una folla che voleva farla finita con la politica, quanto una folla che vuole potere contare di più nelle scelte dei politici.
    L’intervento di Travaglio non l’ho sentito, sorry, quindi non metto bocca. Però l’obiezione di Luttazzi penso di averla sollevata pure io, a suo tempo. ^_^

    Mak: non è detto che debba essere lui in prima persona a “scendere in campo”. Vedremo. Dopotutto, è genovese. E quindi vittima della maledizione del “manimàn” (termine sostanzialmente intraducibile, indica una forma di prudenza che sfocia spesso nell’ignavia “andiamo al mare, domani?” “Mah, metti che maniman piove…”) e quindi potrebbe decidere che non è il caso.

    Rispondi
  6. PF1

     /  settembre 10, 2007

    Che Grillo sia populista e a volte le spari grosse è indubbio. Però quello che ha fatto, se non è un fuoco di paglia, può dare uno scossone forte alla nostra politica. Ma sono d’accordo con te che non bastano queste cose e che ci sarà bisogno di un’eventuale movimento che stia sempre lì a rompere le scatole per non far appisolare nè i politici nè i sostenitori che, come dici, se non ottengono risultati si staccano…
    Le sue proposte sono molto interessanti anche se un pò troppo estremiste (e se troviamo un politico bravo lo teniamo solo due legislature per farne venire uno “nuovo” magari incapace?). E se uno è stato in galera perchè arrestato al G8 mentre manifestava pacificamente non lo rendiamo eleggibile oppure a maggior ragione lo vogliamo in Parlamento per tutelarci da che accadano ancora cose simili?). Però da qualche parte bisogna partire…certo che se faceva una raccolta di firme contro la legge Biagi forse era meglio.
    Io però Grillo non lo stimo come uomo…e questo un pò mi frena nei suoi confronti. Andai ad un suo spettacolo e, a teatro praticamente vuoto, lui uscì in sala a vedere alcune cose e a parlare con alcuni collaboratori. Tre o quattro persone (non di più), fra cui il sottoscritto, gli si avvicinarono per un autografo e lui iniziò ad incazzarsi dicendo più o meno così: “Che palle, non si può stare un secondo in pace che subito qualcuno viene a romperti i coglioni”. Detto questo girò il culo e se ne andò. Non mi sembra un comportamento carino…
    Bischero io che a 30 anni suonati vado a chiedere gli autografi (in vita mia li ho chiesti solo ad Elio e le storie tese).
    Quanto a V for Vendetta, è vero quello che dici (e anche quello che ho letto al link che hai riportato) ma resta il fatto che, se pur semplificato, il film non è affatto male e fa riflettere. Inoltre ha dato visibilità al fumetto rendendolo non più da “carbonari” come noi. Io poi ne ho approfittato per rileggerlo per la 5a o 6a volta. Un pò come col Signore degli Anelli. Il film mi ha aiutato a ri-innamorarmi del libro.

    Rispondi
  7. ubimario

     /  settembre 10, 2007

    Su Grillo: le idee di fondo sono animate in primis dalla mancanza di giustizia percepita da tutti. La loro forza è quella, e Grillo ci si è seduto sopra. Con tutto il fardello di populismo, opportunismo e pressapochismo che questo comporta.
    E spiace dirlo, ma di fronte al muro di gomma politico Grillo è allo stato dei fatti l’unico che può imporre quantomeno la discussione su certi temi. L’unico che può avere un impatto. Qualsiasi.

    Sul simbolo V: è lampante che si riferisse al film. Lo dico con la sicumera di chi il film non l’ha visto.

    Mak: non credo verrà assorbito da una multinazionale del consenso. Trovo più probabile che la voglia creare.
    Brr lo stesso, eh.

    Rispondi
  8. Spyrocomics

     /  settembre 11, 2007

    “V, il mascherato protagonista della vicenda, non è un portatore di democrazia. È la prima faccia dell’anarchia, il distruttore. Il suo operato distrugge un ordine costituito, porta caos.”

    Sembra esattamente l’immagine che dà di sè Grillo, quindi forse è più vicino al fumetto di quanto sembri.

    Anche se usare V for Vendetta associato a qualcosa che si chiama Vaffanculo day è una vera bestemmia.

    Rispondi

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