The sign of the cross

Credo fosse la primavera del 2000, quando andando in treno da Genova a Bologna finii nelle prossimità di un giovane agente di polizia genovese, il quale parlando con alcune signore si lamentò che loro non potevano alzare le mani sugli extracomunitari perché altrimenti quelli andavano dai sindacati, i sindacati dai giornalisti e scoppiavano dei casini.
Credo che con "sindacati" intendesse "comunisti", ma il succo è chiaro.
Per lo stipendio da poliziotto, non ti metti a menare mazzate a cuor leggero.

Questo per dire quanto la sentenza sull’assalto alla scuola Diaz suoni ridicola, con il suo ridurre tutto a una dozzina di questurini che hanno un po’ esagerato nella foga del momento (e ai quali vanno pene minime) .
Non si partecipa a cose del genere senza la garanzia di farla tutto sommato franca.
Tra l’altro, a riprova della violenza a senso unico di quell’operazione, nessuno ha mai parlato di poliziotti feriti. Tranne quello più furbo degli altri che si è fatto un taglio sulla giacca per dire che avevano cercato di accoltellarlo.
Onestamente, a questo punto, non mi sento neanche più di stupirmi o indignarmi se qualcuno usa la scusa delle partite di calcio per mascherarsi e picchiarsi con la polizia.
Se è la barbarie che vogliamo, la mia tribù contro la tua tribù, che barbarie sia fino in fondo.

Tra l’altro, stamattina ho fatto a tempo a vedere su Rai Uno una deputata del PdL che si dichiarava cristiana esprimere soddisfazione per la sentenza di Genova e assoluto raccapriccio per la sentenza della Cassazione che forse porrà finalmente fine al calvario del padre di Eluana Englaro.
Io ho fatto diversi anni di catechismo (credo di essere stato cresimato in seconda media), quindi alcune cose me le hanno ripetute più volte. E mi sembra che in queste faccende "Cristo" stia esattamente in quelli che la signora del PdL vedeva come avversari: nei ragazzi massacrati a tradimento, in un uomo bloccato nell’inferno di un lutto che non può essere elaborato.
Io non ho una fede. Per citare un tale, la fede è un dono di Dio e a me ha regalato una cravatta. E non so nemmeno fare il nodo.
Ma mi domando, per questa gente, che cosa sia la fede. Che cosa voglia dire per loro essere cristiani, a parte portare croci al collo e andare in chiesa.
Immagino, sono sicuro, che esistano credenti dotati di più umanità della signora che ho visto questa mattina.
Poi penso al fatto che il manifesto che vedete qui di fianco, pensato per una campagna contro la violenza sulle donne a Milano ha suscitato le ire del capogruppo in comune di An, che ha dettato alle agenzie: "Chiediamo il ritiro immediato di questa campagna, che persegue un fine giusto strumentalizzando il simbolo della cristianità". [inciso: se guardate, nell’articolo linkato, si riportano solo i commenti di politici uomini]
Strumentalizzando? La croce è un simbolo di sofferenza.
Semmai, se uno volesse essere fondamentalista, dovrebbe prendersela con chi vende gioelli da millemila euro a forma di croce. Quello sì potrebbe essere una strumentalizzazione del simbolo.
Ma non un manifesto che ricorda che il crocifisso è la raffigurazione di un essere umano che soffre.
Altrimenti vuol dire che questa gente venera non un concetto, ma delle immagini, degli oggetti.
Il che, tecnicamente, si chiama idolatria.

Ci sarebbe poi da aggiungere anche una buona dose di politeismo di matrice pagana, se è vero come risulta da un sondaggio commissionato un paio di anni fa da Famiglia Cristiana (da quei comunisti di Famiglia Cristiana) che la figura sacra ai cui ci si si rivolge di più nelle preghiere è Padre Pio (31%), contro solo il 2% del caro vecchio J.C. (che del resto è parzialmente in comproprietà con gli islamici, quindi sotto sotto potrebbe essere un traditore) (e che poi era arabo).

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10 commenti

  1. Uriele

     /  novembre 15, 2008

    Pietro, primo Papa, discepolo prediletto di Gesù Cristo, pietra su cui, secondo la catechesi, il Messia ha fondato la sua chiesa. Pietro, prima di morire martire per crocifissione, chiese di essere crocifisso a testa in giù per non recare offesa al Signore e al sacrificio del suo Maestro. 2000 anni dopo gente che si proclama cristiana, si presenta in televisione mettendo in evidenza solo per le grandi occasioni pubbliche la croce che porta al collo.
    L’uomo più vicino al figlio di Dio sulla terra, non si è sentito degno di morire nello stesso modo, una questione di fede ed umiltà, mentre personalità pubbliche puntano il simbolo del martirio contro le telecamere al grido di “Se non hai paura di questa potenza, fatti avanti!”. Sono agnostico, ma certe cose fanno riflettere…

    PS: gran bel numero ratman di questo mese, eh?

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  2. anonimo

     /  novembre 17, 2008

    Non è che niente niente il J.C. era ebreo?

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  3. scott.ronson

     /  novembre 17, 2008

    uriele: gran numero sì. e bella tutta l’esalogia.

    #2: pensavo arabo in senso “razziale”. probabilmente, incontrando un ebreo dell’epoca vedremmo un “arabo”. O qualcosa di molto simile. Ma può darsi che stia dicendo una scemenza.
    Dal punto di vista religioso, invece, chiaramente Gesù era ebreo.

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  4. Uriele

     /  novembre 17, 2008

    sarebbe più corretto definire JC semita : il gruppo comprende gli Arabi, gli Aramei, gli Ebrei e molti Etiopi.

    In un certo senso è anche divertente vedendo come oggigiorno si tenda a dare degli antisemiti a popolazioni arabe, mentre nessuno dice agli israeliani che sono antisemiti…

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  5. anonimo

     /  novembre 20, 2008

    Sono tutt’altro che un esperto di certe cose, né l’argomento mi interessa particolarmente, ma comunque mi pare di ricordare che tutta la storiella che Pietro sia stato il primo papa non è che una favoletta per nobilitare un’istituzione (il papato) non evangelica, non spirituale, ma in compenso molto golosa di potere terreno.
    Ciao, cometa

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  6. scott.ronson

     /  novembre 20, 2008

    uriele: sì. “arabo” era più immediato, solo.

    cometa: credo che il punto sia argomento abbastanza dibattuto. Solo che ne so quasi nulla. Confido in un intervento del buon Torgul.

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  7. Shulypoo

     /  novembre 21, 2008

    In generale, quando leggo certi tuoi post avrei solo da commentare annuendo, nel senso di “si si sono proprio d’accordo!”, che non è il massimo del commento e quindi taccio.

    Attento comunque, che se continui così poi finirai col suscitarmi qualche post politico-religioso lunghissimo e meno ben scritto dei tuoi :p

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  8. anonimo

     /  novembre 21, 2008

    Sì, ci vorrebbe Torgul, ma poi va a finire che s’inc**** con me come al solito!
    Ciao, cometa

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  9. Torgul

     /  novembre 23, 2008

    Io mi incazzo solo quando ce n’è bisogno. E questo è un fatto!

    Allora, che Pietro sia morto a Roma è quasi biblico, mentre di Paolo non si sa. Il Pietro primo vescovo di Roma non c’entra un cazzo col papato tout court visto che è nozione che riconoscono anche gli ortodossi, serve più a fissare la tradizione del patriarcato romano.

    Dopodichè, che Pietro sia il primo degli apostoli per editto cristico, ci si può stare, come no, che questo vuol dire che chi è discendente di Pietro è più santo degli altri, sarebbe come dire che Zapatero è fascio perchè sta allo stesso posto di Aznar, o che Ciampi è golpista perchè è stato Presidente della Repubblica come Cossiga…

    Rispondi
  10. anonimo

     /  dicembre 1, 2008

    @ torgul
    se ti incazzi solo quando ce n’è bisogno, allora ce n’è bisogno spesso 🙂
    Per il resto, il tuo ragionamento non la fa una grinza.
    ciao, cometa

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